Ascolto, analisi, affidabilità: ecco la ricetta del Comunicatore vincente
Divulgare informazioni ai potenziali clienti rendendo l’immagine della propria azienda accattivante, non è un lavoro da marketing manager che si improvvisano anche communication manager. Necessità di competenze specifiche e di uno studio approfondito per potersi muovere tra tutti i concorrenti che operano nel campo della comunicazione. Il digital marketing ci propone (e impone) ogni giorno ed essere presenti nel canale giusto al momento giusto. Molto spesso le aziende si approcciano alle agenzie di comunicazione con scetticismo e preferiscono “far da sé”. Non è naturale affidare l’immagine dell’impresa nelle mani di un collaboratore e consulente esterno, avulso dalla storia aziendale.
Tuttavia gestire la comunicazione aziendale implica studio e tempo oltre che una formazione continua. Come fare allora? La soluzione è affidarsi a professionisti che non siano solo competenti ma anche empatici, che entrino in sintonia con l’organizzazione interna all’azienda interpretandone i bisogni e ottimizzando gli investimenti. Abbiamo individuato tre competenze imprescindibili per un comunicatore digitale oggi.
Ascolto: per trasformare sogni in obiettivi raggiungibili
La crescita di un’azienda è un continuo innalzare l’asticella verso nuovi traguardi da raggiungere e necessità cui fare fronte. Aumentare le vendite, migliorare la propria brand awareness, creare interazioni con gli utenti sono gli obiettivi di ogni imprenditore. Ma sognare in grande non serve se poi il sogno non diventa obiettivo raggiungibile, secondo una modalità d’azione graduale e costante nel tempo. E’ importante cogliere le opportunità giuste sapendo camminare nella migliore direzione percorribile. Per evitare di camminare in un campo minato, occorre un referente valido che tracci la strada.
Chi è il Virgilio delle aziende? Un professionista in costante ascolto del cliente. Quando un’impresa si lancia in una nuova sfida è necessario individuare la strategia di comunicazione ad hoc per raggiungere gli obiettivi. E solo con lo scambio di visioni tra manager aziendale e consulenti della comunicazione, l’ascolto reciproco e la coerenza dell’azione nel tempo, si possono ottenere i risultati.
Tuttavia la comunicazione tra i due interlocutori non va sempre a gonfie vele. Capita di non capirsi o di non essere capiti. E’ questa la prima fase da affrontare quando un’azienda affida ad un terzo la propria communication strategy. E’ la fase preliminare del rapporto tra azienda e agenzia, la fase più delicata che può evolversi in un sodalizio vincente oppure fallire. Per cominciare occorre abbattere il muro dell’incomunicabilità scegliendo un panel di professionisti che ascoltino realmente i bisogni dell’azienda e ne prendano carico per progettare il piano più adeguato.
Analisi: trasformare le criticità dell’azienda in opportunità
In questa seconda fase il comunicatore da osservatore attento e in ascolto del cliente deve diventare operativo e attivarsi con la pianificazione delle strategie più efficaci. Come riconoscere un professionista in questa seconda fase (altrettanto delicata)? Chiedetevi se avete ricevuto report dettagliati del mercato e dei competitors, dei numeri intorno al vostro settore. Se la risposta è negativa, probabilmente è stato dimenticato un tassello importante per l’edificazione del piano di comunicazione: la fase analitica.
I professionisti della comunicazione per trasmettere e divulgare informazioni sull’azienda, dovranno prima riporre sul tavolo degli attrezzi numeri, bilanci, dati, nomi, esperienze e necessità dell’azienda. Serve inoltre una meticolosa conoscenza del cliente e del suo passato, dalla fondazione alla situazione attuale e della sua reputazione nel tempo. Solo così le criticità potranno essere affrontate e trasformate in obiettivi raggiungibili e concretamente visibili.
Affidabilità: per una strategia di comunicazione vincente
L’azienda che decide di affidarsi ad un professionista della comunicazione ripone nel suo profilo onestà e affidabilità. Dopo la prima stretta di mano, le delusioni (la vita ce lo insegna) possono arrivare. Allora che fare? E’ bene che i manager valutino 3 competenze connesse alla communication strategy:
–competenza tecnica: deve essere il biglietto da visita di un’agenzia per diventare punto di forza condiviso col cliente. Serve una conoscenza approfondita dei canali di comunicazione standard e digitale, di come integrarli e di come adattare la comunicazione per ognuno.
–competenza contenutistica: non solo capacità di scrittura, ma anche di individuare il tone of voice idoneo a seconda del canale e del cliente. Ogni azienda ha una propria immagine, ogni canale e community un modo di comunicare.
–competenza giornalistica: per comunicare efficacemente la propria immagine aziendale e i propri prodotti/servizi servono contenuti interessanti, utili per chi legge, originali e freschi. Se un contenuto non è leggibile, l’utente volterà pagina o chiuderà il sito. Un professionista della comunicazione si riconosce dalla quantità e dalla qualità del contenuto.
–competenza analitica: non basta dare il via a un piano editoriale e una programmazione diversificata per ogni canale. Per vedere se i nostri obiettivi stanno andando a buon fine, serve un monitoraggio costante della strategia di comunicazione e un adattamento periodico in base all’analisi dei dati che il web ci fornisce. Torniamo ai numeri, con i quali misuriamo la soddisfazione degli utenti e quindi quella dell’azienda.
Aggiungiamo una quarta A alla comunicazione vincente per le aziende: affinità, quella che giorno dopo giorno il team di AD Communications instaura con il cliente individuando le necessità fondamentali, quali gli strumenti da mettere in campo, per ottenere gli obiettivi prefissi con il massimo ROI (return on investment -ritorno sugli investimenti ).
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