C’è una parola nel vocabolario della comunicazione sanitaria a cui abbiamo assegnato un posto speciale. È la parola CURA. Non solo segno ricorrente nei nostri post ed articoli ma anche concetto (sotteso), tra le righe, delle storie di cui scriviamo. Comunicare CURA e i suoi benefici sono più concreti di quanto crediamo.  Li viviamo come persone, talvolta nelle vesti di pazienti, ma anche come professionisti della comunicazione che hanno scelto di dedicarsi ai temi sanitari con trasparenza ed etica.

Insieme a CURA l’altra parola chiave, per il 2024, è gentilezza, poiché siamo convinti che un approccio curato e gentile dia una sensazione di benessere e di ottimismo. Sono le parole empatiche che generano relazioni positive e a loro volta rendono migliore la qualità del nostro tempo e delle nostre reti sociali oltre che professionali.

COMUNICARE con CURA E GENTILEZZA tra RSA e ospedali

Secondo l’esperienza della nostra agenzia, il tempo della (buona) comunicazione è un tempo di cura inteso come quel voler e dover mettere in fila parole e immagini che abbiano la capacità di trasmettere l’essenza delle storie e delle persone. Tutto ciò noi lo definiamo ricerca dell’autenticità e della bellezza. La comunicazione genera benefici quando si apre all’ascolto, con disponibilità e gentilezza, per creare un ponte, una relazione, alimentata dal dialogo e da una fiducia reciproca.

Per questo 2024 ecco le parole che curano, una guida per AD Communications

Dalle storie di cura alle storie di vita

Desiderosi di comunicare con cura in questi anni ci siamo avvicinati oltre che addentrati nella comunicazione sanitaria, un campo che ci ha dato l’opportunità di imbatterci in tante, anche emozionanti, storie di vita. Le abbiamo raccontate in vario modo: alcune volte attraverso la spiegazione delle stesse patologie per bocca dei clinici, altre volte raccogliendo le dirette testimonianze di pazienti che sono giunti ad una nuova consapevolezza, migliorando l’autostima e la fiducia in loro stessi. 

Dagli ospedali alle strutture per la terza età, in questi anni la regola alla base delle nostra comunicazione è rimasta invariata: mettere al centro la persona e il rispetto prima di ogni altra finalità comunicativa, dai social a tutte le altre piattaforme.

Come comunicatori e giornalisti specializzati nella divulgazione di temi sanitari, di fronte ad un Sistema Sanitario Nazionale che necessita di più innovazione e di una complessiva riorganizzazione, la nostra missione rimane quella di portare avanti una comunicazione positiva nella sua limpidezza, scevra da ogni rappresentazione che possa essere minimamente distorta.

In che modo? Ci vengono in aiuto le foto e i video per testimoniare le buone pratiche per la salute e la riabilitazione delle persone all’interno delle strutture ospedaliere ma anche nei luoghi di cura, nel mondo sociosanitario. 

In altre parole mostriamo e documentiamo che COMUNICARE è CURARE.

 

Abbiamo anche la fortuna di affiancare realtà e organizzazioni di cura che hanno posto come loro principio cardine, per noi sempre presente oltre che prezioso, quello di Guarire il paziente e curare la persona, volendo ispirarci al titolo del libro dello psichiatra Luigi Gallimberti.

La persona, oltre la malattia.

Non un numero tra tanti, ma una precisa identità da accogliere e da rispettare, anche nelle paure e incertezze di affrontare un percorso che lo riabiliti e lo riporti ad una nuova fase della vita. In ogni storia che abbiamo filmato o raccontato attraverso forme diverse di storytelling, ci siamo accorti di quanto sia importante una relazione costruttiva tra medico e paziente ma anche tra lo stesso paziente e le altre figure – come gli infermieri –  che si fanno carico dei bisogni in maniera integrata ed olistica. Non solo quelli biologici ma anche psicologici e sociali.

La salute è unica

LA RIVOLUZIONE GENTILE NEI LUOGHI DI CURA

La comunicazione buona, quella empatica nel rispetto della deontologia, infonde con immediatezza benessere a quanti vivono una condizione di fragilità e nelle parole degli altri trovano un riparo, un “sollievo”. Ne è un esempio Villa Giulia, Casa residenza per anziani di Pianoro, in provincia di Bologna, che nel mese di dicembre, in chiusura del 2023, ha accolto il team di AD Communications per un incontro incentrato sulla strategia della comunicazione. Grazie alla sensibilità della Direzione è stato possibile condividere con tutto il personale di cura i risultati in termini di immagine, reputazione e brand awareness (consapevolezza del marchio) raggiunti, “brindando” ai traguardi futuri da raggiungere con un lavoro di squadra ed una leadership che sia capace di valorizzare tutte le figure del team.

Questo che segue è il lavoro rappresentato all’evento “Brindiamo alla comunicazione” nella CRA di Pianoro, nell’ottica di una piena condivisione.

ALLEANZA TERAPEUTICA: UN VALORE CHE AGGIUNGE CURA

in generale nella comunicazione sanitaria c’è sempre uno spazio dedicato alla cosiddetta “alleanza” terapeutica, intesa come approccio multiprofessionale e multidisciplinare di fronte alla presa in carico di bisogni di salute sempre più complessi. Di questa imprescindibile alleanza di cura ne parla il prof. Carlo Guastamacchia con riferimento al suo libro Comunicare è Curare. Il docente fa riferimento al concetto essenziale espresso nell’articolo 20 del Codice Deontologico di medici e odontoiatri:

“Il medico nella relazione persegue l’alleanza di cura, fondata sulla reciproca fiducia e sul mutuo rispetto dei valori e dei diritti e su un’informazione comprensibile e completa, considerando il tempo della comunicazione quale tempo di cura”.

In conclusione ogni relazione è un processo che richiede cura e attenzione.

Questo è ancora più vero nel rapporto tra medico e paziente, messo costantemente a dura prova dall’interferenza di Google e da altri fattori legati ad entrambi gli attori: a volte per l’incapacità del medico di farsi comprendere a causa di un linguaggio tecnico e volutamente “inaccessibile” altre volte per mancanza di fiducia del paziente che al proprio medico preferisce i responsi di Google, privi di autorevolezza e affidabilità.

In tutti i casi, è scientificamente provato, che il coinvolgimento attivo del paziente incrementa l’efficienza delle terapie e i successivi processi decisionali, migliorando così le possibilità di successo delle cure. Partendo dall’assunto secondo cui l’alleanza terapeutica è anche alleanza nella comunicazione, la sfida più importante riguarda e riguarderà sempre più il linguaggio e i valori della comunicazione

Un linguaggio che dovrà essere sempre più “curato” ed equilibrato tra due attori indispensabili:

il medico, portatore di saperi e di aspettative, e il paziente, bisognoso di risposte e di cura, oltre la malattia.

Buona comunicazione sanitaria, in uno sfidante 2024!

 

 

 

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