Nel panorama italiano quotidiani e digitale hanno imparato a dialogare e a trovare un equilibrio? Quale sarà per i prossimi anni lo spazio e il ruolo della carta stampata (quotidiani, riviste) nell’informazione? È inevitabile per noi giornalisti e uffici stampa affacciarsi al nuovo anno con tante riflessioni e qualche interrogativo rispetto alle traiettorie segnate dal giornalismo. Ci immaginiamo un futuro multimediale ma anche di convivenza tra vecchi e nuovi media, a supporto della professione e soprattutto dei lettori.

È possibile parlare di crisi della carta stampata, in termini di acquisto di copie,  o forse è più opportuno usare l’espressione “rivoluzione industriale” per spiegare meglio quanto stia accadendo? Stando ai media delle crisi illustrati nel 18° Rapporto Censis sulla comunicazione, la vendita dei quotidiani è in calo ma gli stessi rimangono i più credibili e autorevoli per la popolazione che desidera informarsi, una soluzione per proteggersi da notizie false e bufale che invece proliferano come funghi sul web.

Di certo il nuovo ecosistema mediatico ha cambiato profondamente l’approccio del giornalista su tanti aspetti: dalla modalità di pubblicazione delle notizie, al confezionamento e non ultima la diffusione delle news. Complici sono le nuove piattaforme e tecnologie che mettono sempre più al centro l’utente nel ruolo attivo e si spera sempre più consapevole di PROSUMER (Produttore e Consumatore di Informazioni).  

I GIORNALISTI E LE NUOVE COMPETENZE DIGITALI

Con l’avvento e la diffusione massiccia del digitale, sono richieste al giornalista nuove competenze. Saper scrivere correttamente è il primo requisito essenziale per chi vuole intraprendere questo percorso, ma non è il solo. Occorrono capacità complementari alla scrittura stessa che spaziano dalla grafica, all’utilizzo dei social, al video editing alla realizzazione di podcast. Con etica, deontologia e massima attenzione alle fonti.

Il giornalista deve avere nuove competenze che prima non esistevano e che il mercato non richiedeva.

 

Negare la trasformazione digitale, di cui l’intelligenza artificiale rimane un capitolo da approfondire, sarebbe un errore e di certo non gioverebbe alla salute dell’informazione stessa. Per i giornalisti occorre conoscere il cambiamento per saperlo gestirlo e soprattutto continuare ad aggiornarsi. A tale proposito l’Ordine nazionale dei Giornalisti, seguito a ruota dalle sedi regionali, è promotore di talk e momenti formativi e informativi per riflettere sulle nuove prospettive attraverso voci autorevoli come quella di Agnese Pini direttrice del QN.  

Questa riflessione che indaga il rapporto tra quotidiani e digitale si arricchisce e ci onora del punto di vista di Valerio Baroncini, vicedirettore de Il Resto del Carlino, Gruppo Quotidiano Nazionale, raccolta nell’intervista ideata e condotta da Deborah Annolino, giornalista e ideatrice dello studio AD Communications.

Ecco alcuni passaggi riferiti dal dott. Baroncini che proponiamo ai giovani lettori di questo blog, in particolare a coloro che stanno studiando per intraprendere la professione o che la stanno già svolgendo:

<<Non ho fatto una scuola di giornalismo. La mia scuola di giornalismo è stato il quotidiano, l’esperienza concreta sul campo. Per fare questo mestiere serve iniziare prima possibile. Il percorso è molto lungo e l’aggiornamento è continuo. Io ho iniziato prestissimo e mi sento di raccomandare la stessa cosa ai giovani>>.

<<Nella redazione de Il Resto del Carlino diamo spazio ai giovani, ai tirocinanti che hanno voglia di imparare e che desiderano diventare dei bravi giornalisti. Il giornalismo in cui io credo e che sogno è il giornalismo con tanti inviati>>. 

GUARDA L’INTERVISTA a Valerio Baroncini

Non esiste una gerarchia tra media ma esiste una classificazione tra tradizionali e digitali. Ciascun mezzo ha le sue regole da rispettare se si vuole raggiungere l’utente/lettore.

Per fare qualche esempio: un articolo scritto per un quotidiano avrà molto probabilmente il taglio dell’approfondimento mentre un post per i social apparirà come una breve notizia o l’estratto di una news pubblicata sul sito della testata. Sempre a scopo esemplificativo: un articolo per un blog dovrà seguire anche un’impostazione SEO (Search Engine Optimization) requisito necessario per un buon posizionamento sui motori di ricerca.  

Tutte queste competenze si ritrovano inglobate in un giornalismo che è quel giusto mix di competenza e tecnologia senza mai perdere di vista i tre principi fondanti: la continenza, cioè della correttezza, del linguaggio, la ricerca della verità e l’interesse pubblico della notizia.

CARTA STAMPATA E DIGITALE: CERCASI EQUILIBRIO PERFETTO

Il quotidiano è tra i media tradizionali quello che ha subito il maggior numero di trasformazioni e che nella propria strategia ha ampliato gli strumenti digitali per raggiungere il lettore. Lo spiega bene nell’intervista il giornalista e vicedirettore de Il Resto del Carlino Valerio Baroncini. La sfida legata al digitale si impone di cercare un punto di incontro tra le esigenze dei lettori e l’algoritmo di Google. Un equilibrio non facile.

Nel caso del Carlino di Bologna, il cartaceo continua a rappresentare la fetta centrale e strategica di un’offerta informativa multicanale. Ai media tradizionali si sono accostati quelli nativi del web ma anche i Social (facebook e instagram) a supporto dei giornalisti che anche grazie ai portali di informazione raggiungono in tempo reale i lettori che rimangono il primo e l’ultimo destinatario.

In definitiva quotidiani e digitale da anni continuano a sperimentare nuove forme di equilibrio ma come in tutte le “coppie” l’armonia è una conquista che va ricercata e costruita giorno dopo giorno, nel rispetto di entrambe le dimensioni. Una sfida dove ciascun giornalista è chiamato a contribuire con coscienza e conoscenza ma anche con sconfinata passione. 

Con i migliori auspici per i giornalisti di domani e per il futuro del giornalismo, il team di AD Communications augura a tutti Buon Natale e felice Anno nuovo.

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