Lifelong learning, Media education, Generazione n sono le parole chiave attorno alle quali si è sviluppato il 1° talk di AD Communications dal titolo “Educare ai Social Media” sulle sfide di educare e auto-educarsi all’utilizzo dei social media.

Un incontro nel solco del giornalismo costruttivo moderato da Piera Pastore, con gli interventi di:

Deborah Annolino, giornalista

Mariangela Campo social media manager

Andrea Straccialini docente

Cristina Mignini giornalista.

Professionalità diverse ma interconnesse come le tematiche dell’incontro.

 

Educare ai social media

 

Sono tante le sfumature che hanno delineato l’identikit del nuovo utente al tempo di internet e dei social media che, appena viene incasellato in una definizione si “incammina” verso una nuova evoluzione. Questo processo di trasformazione continua è frutto di una caratteristica innata come la curiosità, aspetto enfatizzato da Deborah Annolino attraverso la frase dello studioso Alvin Toffler:

 

Educare ai Social Media Alvin Toffler

 

Una frase attuale tanto da inserire la “capacità di imparare” tra le prime soft skills (abilità di approccio e di metodo) delle aziende che sono alla ricerca di nuovi collaboratori”.

Parafrasando la pedagogia, è stato immediato il collegamento al lifeloang learning ovvero quel processo di apprendimento che accompagna l’uomo nel corso di tutta la vita. L’unico impedimento è rappresentato dalla pigrizia ovvero il timore del confronto con l’altro.

 

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Come interagire in modo costruttivo sui Social Media? Ce lo insegna la Media Education

“Per non rischiare di cadere nel cliché dell’apparenza a scapito della autenticità, ha detto Cristina Mignini ideatrice del Blog Scrivania Creativa, ci viene in aiuto la Media Education ovvero la conoscenza di competenze sempre più complesse da parte dell’utente ai media, con i media, per i media.

“La propensione dei giovani nei confronti del digitale è un’opportunità da cavalcare per permettere loro di fare proprie abilità articolate grazie all’edutainment.

Le Vitamine Social sono state tutto questo e molto di più: 13 puntate scandite dalla curiosità degli studenti che hanno vissuto insieme a noi l’evolversi di un progetto editoriale che incarna il mood del giornalismo costruttivo laddove offre opportunità e possibili soluzioni per vivere consapevolmente i social”.

 

GUARDA IL MEGLIO DELLE VITAMINE SOCIAL

 

 

Giornalismo a scuola: per descrivere ciò che ci circonda dobbiamo prima saper parlare di noi

Mariangela Campo social media manager e firma di News48.it il primo magazine italiano di giornalismo costruttivo è ideatrice di un progetto stimolante per lo sviluppo e la formazione dei ragazzi: il giornalismo a scuola.

“Attraverso questo progetto, alla scuola viene restituita la titolarità della scoperta dei ragazzi in quanto tali: un universo di emozioni che, con le tecniche del giornalismo, diventano oggetto di indagine documentate e descritte. Le parole ancora una volta si confermano uno strumento importante per mettere il singolo in relazione con l’altro per attivare un canale di comunicazione che prima era inibito da distanze legate dall’insicurezza dell’età. Attraverso l’ascolto e la scoperta dell’altro, seguendo l’approccio del giornalismo costruttivo, ai ragazzi e alle ragazze viene insegnato che anche l’insuccesso è parte del processo della costruzione di un io creativo e produttivo!”

 

Didattica al tempo dei social media: come cambia l’apprendimento

La didattica è stata tra le grandi protagoniste di questo anno che ha visto studenti e docenti impegnati nella progettazione di un nuovo dialogo dove la vera sfida è integrare il digitale al reale”. È quanto è emerso dal contributo del docente Andrea Straccialini coordinatore degli studenti di Poliarte – Accademia di Belle Arti e Design di Ancona, tra i protagonisti delle Vitamine Social 2021.

La sfida che deve raccogliere la scuola è quella di mantenere in equilibrio la formazione didattica e quella personale dei giovani includendo il rapporto con i docenti.  L’esperienza pandemica ha enfatizzato quanto siano determinanti il digitale e il reale per la vita dei ragazzi perché le emozioni che si provano in relazione con l’altro sono la vera ricchezza.

 

Il lato emotivo dei Social Media

Anche i social hanno un appeal maggiore se vissuti con gentilezza, la parola del momento.

Intesa come un muscolo che si allena, questa attitudine indica la capacità di produrre senso nelle relazioni consolidando il senso di appartenenza.

Uno strumento utile per la consapevolezza di sé è il fiore di Plutchik: lavorare con l’intelligenza emotiva è importante per riconoscere le proprie emozioni per dare una cornice logica al vissuto e fare in modo che ragione e emozione si integrino.

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