Pensavate fosse una donna irresistibile? Sarahah è l’ultima novità Social ma con una differenza sostanziale: l’anonimato.

Ogni estate ha i suoi tormentoni: l’anno scorso correvamo per le strade a caccia di Pokemon, quest’anno tutti pazzi per Sarahah ossia l’App con cui contattare altri utenti in completo anonimato, aspetto che ricorda un’altra App di successo Ask.Fm realizzata dal suo creatore per agevolare la comunicazione tra amici e colleghi ma che prese piede tra gli adolescenti.

Sul mercato ci sono altre applicazioni con cui si possono trovare delle similitudini: Yik Yak e Whisper, per fare alcuni esempi, tutte App che nel giro di poco hanno visto la fiamma della loro popolarità affievolirsi dopo un fortunato periodo. Sarahah condividerà con queste applicazioni anche il destino?

sarahahSarahah in arabo significa “onestà” ed è questo il principio che sta alla base della realizzazione di questa App: è stata inventata proprio da un ragazzo, nemmeno 30enne che corrisponde al nome di Zain al-Abidin Tawfiq e il suo scopo era di dare a tutti l’opportunità di esprimere il proprio pensiero in totale libertà senza le conseguenze che possono derivare da ciò. Immaginate di dover dire al vostro datore di lavoro cosa pensate di lui, senza filtri e quali potrebbero essere le conseguenze di questo gesto. L’App in questione è diventata in breve tempo famosa perché pubblicizzata come un mezzo tramite cui poter dire tutto quello che si vuole a chiunque si voglia, in completo anonimato. Niente di più sbagliato!

 

COME ISCRIVERSI

Per utilizzare Sarahah c’è bisogno di scegliere un nickname e fornire i propri dati al momento dell’iscrizione, cosa che bisogna fare in qualsiasi altra piattaforma per potervi accedere qui l’anonimato è solo un’idea.

Proprio perché diffusa con l’idea che questa nuova App celi l’identità di chi invia i messaggi è diventata un must tra i giovanissimi e un mezzo tramite cui trovare vittime per bullizzarle, dando in mano a chi usa la tecnologia in maniera inappropriata un nuovo strumento per spargere ancora di più il fenomeno del cyberbullismo e dell’hate speech, di cui abbiamo già parlato in un altro post. Se l’intento era quello di scambiare critiche costruttive, in realtà gli utenti si sono ritrovati coperti da insulti.

Sarahah è disponibile per dispositivi Android e iOS, scaricabile da Play Store e Apple iOS ma esiste anche la versione desktop; nella sola versione per Android ha già raggiunto i dieci milioni di download in un tempo brevissimo. Il successo di questa App ha messo in evidenza alcune caratteristiche del mercato:

  • il fatto che un mezzo di comunicazione sia stato creato in una parte del mondo o in un’altra non mette limiti alla sua diffusione e Sarahah ne è un esempio concreto: ha conosciuto il successo qui da noi ma è stata realizzata da un ragazzo nei paesi arabi.
  • per essere utilizzata un’App non deve essere perfetta a livello tecnico: gli sviluppatori sembra abbiano risparmiato su certe funzionalità come quelle della ricerca che non si presentano nel pieno delle loro capacità. Quest’ultimo aspetto fa pensare che Sarahah possa essere stata creata per un uso privato e/o amatoriale.

Sarahah incrementa anche le interazioni tra gli utenti su altre piattaforme: i messaggi possono essere condivisi su Snapchat, altra applicazione molto popolare tra i giovani ma si vedono screenshot di essi anche su Twitter e Facebook.

Noi siamo dell’idea che bisogna prendersi la responsabilità di quanto si dice: il proprio pensiero può essere espresso in modi e ambienti differenti, tenendo conto del ruolo che la persona con cui si ha a che fare ha nella nostra vita. Questa è la vera onestà.

Se Sarahah passerà di moda, non lo farà senz’altro la buona educazione.

Se volete dirci qualcosa, ditelo in faccia!

Last but non least, attenzione alla privacy: un analista statunitens, come ci racconta l’articolo di Repubblica, scopre il meccanismo che copia contatti e indirizzi e-mail della memoria dello smartphone e li carica su un server esterno. L’app saudita è già sotto accusa, con un inizio tutto discutibile.

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