Eventi che rendono unica la movida notturna. In altre parole event manager che non si improvvisano. Sul tema ci siamo confrontati con Marco Catalano direttore alla consolle e stratega nell’offerta by night di pub e disco in Sicilia.

 

Benvenuto Marco, raccontaci di questa passione che oggi è anche la tua professione…

Catalano Eventi

La mia passione nasce all’età di 14 anni tra amici di quartiere ma anche coetanei della provincia che giungevano ad Agrigento alla ricerca di un divertimento “alternativo”. Così ci si ritrovava ad improvvisare feste private nei magazzini, nelle ville, per poi il sabato successivo essere sempre più numerosi. In quelle serate scoprivo spiccate doti di aggregazione e coinvolgimento che nel tempo avrei potuto solo migliorare. Negli anni entrai a fare parte di vero e proprio “flusso” di eventi, ricoprendo il ruolo di PR nel team di PAQUITO, noto organizzatore di serate in città, che per anni ci ha regalato feste e veglioni di capodanno di cui ancora oggi si parla. Una festa dopo l’altra, avevo acquisito un ruolo e una posizione netta nella movida agrigentina. Ben visto, simpatico e sempre disponibile con tutti, fino ad arrivare oggi a questa bella intervista per ADCommunications.

Cosa significa organizzare un evento?

Per me significa tanto impegno. Ricordo sempre ai collaboratori, solitamente più giovani di me, che organizzare una festa è diverso dall’ organizzare un evento. Se l’impegno rimane lo stesso, a prescindere che sia un party di compleanno o mega concerto, cambiano le dinamiche di gestione e comunicazione.

Per far in modo che l’evento spicchi il volo bisogna fare “RETE”. In che modo? Selezionando collaboratori capaci che ricoprano le zone interessanti e interessate dall’evento. A quel punto entrano in gioco i Social Network, che a differenza di alcuni anni fa dove la comunicazione poggiava su altre basi e si avvaleva di altri strumenti, i messaggi  si condividono e rimbalzano facilmente tra gli utenti. Nel nostro team la divisione dei ruoli è fondamentale. Ognuno deve rimanere al proprio posto con compiti ben precisi (capo PR, PR, addetto alla consolle, della comunicazione e della grafica, security e così via) per ottimizzare tempo e risorse responsabilizzate. La differenza semmai, come accennavo sopra, dipende dal calibro dell’evento che si vuole strutturare. Eventi importanti e articolati come SUMMERLAND richiedono un impegno e una programmazione fuori dal comune. Inizio a lavorarci da ottobre per poi realizzare lo show a fine luglio.11025716_10152857449763645_2264057652258066217_o

Come descriveresti il mondo della movida?

Un ambiente assolutamente incerto, fatto di alti e bassi, dove non c’è un vero e proprio segreto per la riuscita di un evento. Chiunque voglia fare questo nella vita deve prepararsi, anche psicologicamente, a possibili risultati fallimentari. E’ un rischio che bisogna accettare. Raccomando sempre di armarsi di pazienza e una lunga gavetta. Bisogna seminare tanto per raccogliere pian piano i frutti di una vita di impegno e sacrifici. Le mie soddisfazioni sono arrivate così.

 

Come si comunica un evento?

Con l’esperienza acquisita in questi lunghi anni di formazione sul campo, ho assistito nel giro di pochi anni ad uno stravolgimento totale delle campagne di marketing e comunicazione, sicuramente agevolate oggi dai Social network, che oggi permettono un dialogo efficace e veloce. Molto più di sms, locandine, cartellonistica e telefonate che oggi per me sono solo un lontano ricordo.

Ospiti d’eccezione, come il deejay famoso o il vip del piccolo schermo, possono aumentare l’appeal di una serata?

La loro presenzmarco-catalanoa importa solo esclusivamente in base a ciò che si vuole ottenere. Ritengo che sia un’operazione di marketing per ampliare il target che si vuole raggiungere. Ci sono ospiti di rilevanza come maestri della consolle e deejays del panorama internazionale che possono offrire esibendosi uno spettacolo live, e ospiti televisivi, volti noti di fiction che aumentano l’interesse dei fans a partecipare magari sperando di scattare una foto con il/la proprio/a beneamino/a.

 

La concorrenza fa bene o fa male? 

Concorrenza è una parola che ho sempre opportunamente evitato e non perché ritengo di essere il migliore. Penso che ognuno sia libero di offrire ciò in cui più crede e si distingue. Forse la competitività la avvertono più i titolari dei locali. In ambito organizzativo degli eventi la “concorrenza” non può che fare bene, stimolare a impegnarsi e mantenersi ambiziosi nel traguardo degli obiettivi.

ECCO I PASSI FONDAMENTALI DELL’ORGANIZZATORE DI EVENTI:

  1. Analizza i bisogni espressi o li anticipa e definisce con la committenza il concept principale dell’evento;
  2. Realizza un’analisi di fattibilità e definisce il progetto dell’evento;
  3. Organizza l’allestimento dell’evento e lo gestisce;
  4. Progetta e realizza attività di comunicazione e marketing;
  5. Rendiconta, monitora e valuta l’andamento dell’evento;
Condividi su: