Siamo ufficialmente ripartiti con gli eventi “costruttivi” ispirati e mossi come sempre dai principi etici del giornalismo costruttivo o giornalismo delle soluzioni. Di eventi se ne organizzano tanti, in ogni ambito, ma ciò che oggi fa la differenza è l’approccio che si sceglie di usare e che può trasformare un’occasione pubblica, convegnistica, in un momento di crescita per le persone che vi partecipano.

COSA SONO GLI EVENTI “COSTRUTTIVI”?

Gli eventi “costruttivi” sono quelli che, come suggerisce la parola stessa, aprono verso nuovi orizzonti e nuovi possibili significati. Sono gli eventi che tentano di compiere una precisa missione: spostare il focus da un determinato problema, che rimane il punto di partenza, verso le possibili soluzioni che alimentano in ognuno di noi una maggiore fiducia nel presente e nel futuro.

Come agenzia specializzata in una comunicazione al fianco dei professionisti, abbiamo fatto il possibile per imprimere ai principali eventi, organizzati a Bologna nel mese di settembre, una dimensione propositiva e costruttiva.

Due eventi incentrati su temi attuali e complessi, quali la disabilità e la parità di genere, rivolti a comprendere come superare limiti culturali e pregiudizi. A cominciare dall’uso corretto delle parole e dalle immagini che impieghiamo, talvolta senza prestare la dovuta attenzione necessaria.

Eppure sono le parole le leve principali con cui costruire il cambiamento, talvolta compiendo un passo indietro per accogliere il punto di vista degli altri. Una responsabilità ed un compito che sentiamo come giornalisti, specializzati da un ventennio a questa parte nelle moderazioni, affinché un momento convegnistico si trasformi in qualcosa di ben più incisivo.  Capace di lasciare un segno nel dibattito e aprire nuove riflessioni.

UN EVENTO COSTRUTTIVO OLTRE LA DISABILITÀ

Un evento “costruttivo” è stato sicuramente il convegno scientifico “OLTRE LE BARRIERE” organizzato dal Consorzio Ospedaliero Colibrì e dal presidio ospedaliero Villa Bellombra.

Protagonisti “uomini e donne che si muovono in carrozzina”: parole con cui abbiamo presentato i relatori provenienti da ogni parte di Italia. Persone con disabilità dalle quali arriva l’appello a cestinare espressioni, spesso pregiudizievoli come “diversamente abili” o “speciali” o ancora peggio “angeli”.

A tale proposito ci viene in aiuto la guida dell’ordine nazionale dei giornalisti Comunicare la disabilità, al centro la persona per sapere quali e quante espressioni, in tema di disabilità, sarebbe il caso di depennare dal nostro linguaggio quotidiano. Come ormai abbiamo imparato, le parole hanno un peso e possono creare dei danni inimmaginabili oltre ad alimentare stereotipi che diventano la vera barriera da superare. La strada è ancora lunga ma abbiamo tutte le buone ragioni per non arrenderci.

VERSO L’UGUAGLIANZA DI GENERE: VERSO LA PARITA’ 

In un’altra cornice istituzionale, nella sede della Regione Emilia-Romagna, è stato messo a fuoco il problema della discriminazione al femminile e del cosiddetto “gender gap” ma non ci siamo fermati solo ad osservare il fenomeno storico. La disparità economica, in particolare, desta molta preoccupazione ma anche l’urgenza di ricercare le motivazioni e le ragioni per un cambio di passo. Se si considera che in Italia il “gap” resiste e persiste anche nei posti di lavoro apicali.

“Verso l’uguaglianza di genere” è stato il titolo dell’altro convegno costruttivo organizzato dal CUP-ER, moderato anche in questo caso dalla nostra Deborah Annolino, giornalista e presentatrice di eventi, avviando un confronto attivo tra tutti i professionisti, uomini e donne. Un’occasione in cui rimane ferma la volontà di cogliere una molteplicità di punti di vista senza chiudersi nelle proprie convinzioni.

Un uso sbagliato della lingua, come ha ricordato in sede di convegno, la docente e linguista Cecilia Robustelli, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, può risultare discriminante. Pertanto occorre ripensare il nostro linguaggio in tutte le occasioni in cui scriviamo o parliamo. Una consapevolezza che si fa strada proprio grazie ad eventi come questo, di formazione e sensibilizzazione.

AD COMMUNICATIONS E GLI EVENTI COSTRUTTIVI

L’intento del giornalismo costruttivo è chiaro e fondamentale:

andare oltre i problemi e le crisi per soffermarsi sulle soluzioni, che generano nelle persone un impatto positivo. L’impegno per noi è quello di continuare a dialogare con i professionisti, le imprese e il mondo delle organizzazioni, senza perdere di vista, di fronte ai problemi, la lucidità e senza scivolare in toni pessimistici che finirebbero per inquinare di ulteriori limiti e problemi lo scenario futuro.

Ci aiuta a trovare di volta in volta la giusta destinazione la bussola del Constructive Network di cui torna utile un articolo della co-fondatrice, giornalista Assunta Corbo sul cambio di prospettiva. In particolare troviamo preziose queste righe:

Dalla crisi alle soluzioni, il giornalismo costruttivo sta cambiando il gioco. Mentre navighiamo attraverso le sfide del nostro tempo, questo approccio si presenta come un faro luminoso che guida la società verso un’informazione più inclusiva, trasformativa e, soprattutto, orientata al cambiamento positivo”.

La parola chiave è certamente COSTRUIRE che dobbiamo avere il coraggio di trasformare nel suo opposto, DISTRUGGERE, quando si è in presenza di barriere culturali e stereotipi che non hanno ragione di esistere.

Solo con la dovuta flessibilità linguistica, una delicata forma di attenzione e di cura per chi ci ascolta, magari proprio nel cuore di un evento costruttivo, possiamo contribuire a rendere migliore l’ecosistema dell’informazione. 

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