Per trovare lavoro il curriculum tradizionale non basta: le aziende chiedono le soft skills

Con il 2021, si spera l’anno della ripartenza anche economica per i professionisti e le aziende, tornano a “lampeggiare” nuove opportunità di lavoro. In questi mesi le aziende sono impegnate ad avviare nuovi percorsi di formazione del personale, a ripensare i modelli organizzativi per fare spazio all’innovazione, ad una gestione dei processi più snella e semplificata, e al contempo, a mettere su una squadra di collaboratori sempre pronti e flessibili alle nuove sfide.

Tra gli insegnamenti di questa Pandemia abbiamo tutti compreso l’importanza di avere e dimostrare, anche nel lavoro, capacità di adeguamento e comunicazione digitale.

Quello che le imprese (forse) non dicono, parafrasando una famosa canzone di Fiorella Mannoia (Quello che le donne non dicono) è che sono cambiate le priorità. Avere maturato competenze tecniche e professionali non è più sufficiente.

Contano molto e fanno curriculum le cosiddette soft skills.

MA COSA SONO LE SOFT SKILLs?

Secondo Adecco, agenzia multinazionale specializzata in ricerca del personale le soft skills sono competenze trasversali, fondamentali per la vita di un’azienda, che riguardano l’approccio ed il comportamento e sono complementari alle hard skills (competenze tecniche o professionali acquisite grazie alle esperienze pregresse).

Curriculum e soft skill- ad communications

I collaboratori che hanno un bagaglio di soft skills sono di aiuto per l’azienda supportandola nel problem solving e nel raggiungimento più rapido degli obiettivi.

Queste sono le soft skills più richieste oggi, soprattutto dopo la Pandemia:

  • saper comunicare efficacemente;
  • saper lavorare in gruppo;
  • avere intraprendenza;
  • essere capace di resistere allo stress.

 

Ecco tutte le soft skill necessarie secondo Adecco, valori chiave per il successo che sarebbe opportuno inserire nel curriculum vitae.

COME SCRIVERE UN EFFICACE CURRICULUM VITAE?

Da gennaio è ripartita la caccia alle nuove opportunità di lavoro. La sfida per i candidati è guardare con ottimismo al futuro e predisporre un curriculum vitae che sia il migliore biglietto da visita con un’impronta stilistica accattivante, che emerga rispetto agli altri CV. Un’impresa non impossibile ma che richiede di osservare attentamente alcune regole. Se state confezionando il vostro curriculum e volete che sia vincente, non perdete i consigli di Andrea Croce, esperto in Risorse Umane.

CON LA PANDEMIA PIÚ RICHIESTA DI SOFT SKILLS

Il Sole 24 Ore parla chiaro nel recente articolo pubblicato “Con l’epidemia cresce la richiesta di soft skill” e contemporaneamente cresce il bisogno di instaurare un rapporto di fiducia e responsabilità condivise tra dipendente/collaboratore e l’azienda.

Per coloro che in questo momento sono alla ricerca di lavoro sarà necessario essere consapevoli di quello che le imprese chiedono: tra tutte più intraprendenza e autonomia nelle scelte e una maggiore flessibilità e disponibilità.

Il candidato ideale sa adeguarsi al nuovo mantra dello smart working, dimostra di avere “polso” ma anche creatività ed un mix di altre competenze trasversali.

SOFT SKILLS: IL PALLINO DELLE IMPRESE

Anche per Vito Verrastro, giornalista e componente del Constructive Network, il futuro delle aziende ruota sin da adesso intorno alle soft skills che dopo la pandemia sono emerse come strategiche. Verrastro è fondatore di Lavoradio nonché ideatore di Jobbing Fest, format che porta nelle scuole e nelle università offrendo messaggi legati al futuro del lavoro.

“Il 2021 è l’anno della transizione verso la cosiddetta nuova normalità, dai contorni ancora poco definiti e con i fattori “incertezza” e “complessità” che continuano a rimanere al centro della mappa. Un imprenditore, con il mercato così mutevole, farà molta fatica ad immaginare scenari di medio e lungo termine, ma avrà enorme bisogno di persone che, al suo fianco, affrontino le montagne russe del new normal senza paura.

Di conseguenza, ci sarà bisogno di chi studia continuamente, si aggiorna e si informa sulle proprie competenze hard di riferimento, e al contempo di chi lavora su quelle che mi piace definire “power skills”: leadership, flessibilità, empatia, propensione a risolvere problemi (e non a crearli), creatività e abilità nel comunicare con gli altri.

Prevedo tempi difficili per chi è statico e pensa di fare il classico “compitino”, e tempi floridi per chi sarà in grado di essere proattivo e intraprendente, con un approccio dinamico che avvicina il mondo del dipendente a quello del freelance. In bocca al lupo a tutti”.

Nel curriculum, quindi, le soft skills non possono mancare: rappresentano quella “marcia in più” che può fare la differenza tra i candidati e incidere nella scelta finale.

Se anche voi siete alle prese con il curriculum e avete bisogno di qualche consiglio per renderlo più efficace nella forma e nel contenuto, contattateci all’indirizzo info@adcommunications.it

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